Ruminanti

I cinque stabilimenti mangimistici della Martini servono tutto il territorio nazionale. Siamo un grande gruppo e questo presidio commerciale capillare parrebbe scontato. Eppure, la cosa implica conseguenze ben più sostanziose del logico impatto sul volume d’affari. Aver a che fare con tutte le realtà zootecniche italiane impone tanta familiarità con le innumerevoli tecniche d’allevamento adottate nel comparto delle specie ruminanti da reddito. Dunque, tante persone preparate professionalmente non solo per servire il cliente proponendo l’adozione delle buone pratiche messe a punto dalla ricerca internazionale, ma adeguando quelle tecniche alle condizioni specifiche dell’area e dell’allevamento. Questa è la vera forza della Martini nel comparto ruminanti, tanto è vero che non c’è specie, o bacino zootecnico italiano che non la veda protagonista.

L’Italia è un Paese straordinario da sempre e per tante ragioni. Non ultima, il circuito del formaggio: dalla Fontina al Castel Magno, quindi al Grana Padano e al Gorgonzola, fino all’Asiago, poi a Sud per giungere, una volta superata l’isola del Parmigiano-Reggiano, alla Mozzarella di bufala e infine ai Pecorini Sardo e Siciliano. In questa sintesi ingenerosa c’è il meglio dell’arte casearia mondiale e quel meglio parla italiano. Tante prelibatezze realizzate con latti di tre specie (bovina, bufalina e ovina), in zone climaticamente anche molto differenti e con tecniche di produzione singolari, affinate nel tempo. Ebbene, Martini serve tutte queste realtà e concorre alla produzione di questi orgogli nazionali.

E dal latte alla carni, la storia non cambia. L’allevamento degli animali di pregio di razze estere, o nazionali (dalla Piemontese alle Bianche dell’Appennino), implica tecniche d’allevamento ben diversificate a seconda dell’area geografica e delle tradizioni locali. Così si passa dall’allevamento del bovino a secco (un vero esame di maturità per il mangimista) fino a quello mantenuto su pascolo, transitando per quelli alimentati con razioni base insilati, oppure fieni. C’è di tutto e con tante sfaccettature, eppure Martini è presente ovunque e comunque, con mangimi sempre sicuri e migliorati, grazie all’affidabilità della squadra di professionisti che li testano sul campo. facendo tesoro lunga esperienza nel settore.

L’esperienza maturata nell’alimentazione della bufala da latte in Campania, per esempio, (stabilimento Martini di San Salvatore Telesino) è risultata impareggiabile quando si è trattato di servire allevamenti bufalini in Lombardia e Piemonte. E la stessa cosa era accaduta quando, forti dell’esperienza maturata in Sardegna (stabilimento Martini di Oristano), si presentò l’opportunità di servire allevamenti ovini nell’Appennino Centrale. Proprio come il credito riscosso nell’allevamento del bovino a secco (stabilimento Martini di Cuneo), o nell’alimentazione della vacca da latte nel comprensorio del Parmigiano-Reggiano (stabilimenti Martini dell’Emilia-Romagna).

Proprio questa è la forza del Gruppo dunque: un patrimonio di persone e di competenze preziose quando si tratta di fare fronte all’impegno e alle sfide del lavoro in allevamento.

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